...NEVER GIVE UP, NEVER GIVE IN...

venerdì 11 marzo 2011

Il Vento dei Lupi

Che stanchezza.
Con fare spossato muovo il mio corpo tra questi labirinti ingrigiti;
Un vento debole e gelido è l’unica cosa che possa farmi alzare la testa.
Lo sento, lo annuso, lo respiro…un canto lamentoso, una nenia struggente e caparbia, un inno di morte.
“Sto svanendo”, grida l’inverno dalle pagine di quella brezza; un inverno blando e spossato…incapace di affondare il colpo e ora evanescente.
Ed io come lui.
Foglie rinsecchite e polvere, mulinate a mezz’aria, portano via le braci di quel fuoco che era il mio animo.
Le mie parole, la mia spada affilata di acciaio nero, giacciono nella fodera; ne accarezzo l’elsa con fare rituale… ne brandisco l’impugnatura, fredda e granitica, senza tirare.
Nessuna scintilla, nessuna lama sguainata…non v’è nemico alcuno pronto ad arretrare di paura.
Il terrore ha abbandonato le strade, gli usci le alcove: solo apatia, grigiore e attesa.

Un lupo passa, si ferma, annusa.
Mi guarda incuriosito cercando il minimo segno d’emozione su quel mio volto calcareo, dalle sfumature cerulee.
“Nevicherà ancora” ,sembra dirmi con quegli occhi smaltati di ghiaccio, “l’inverno torna sempre”.
L’inverno torna sempre…tornerà la tormenta, la compassionevole coltre bianca tornerà a dar riposo alla terra; una trapunta gelata ci abbraccerà come ne fossimo i figli.
Ma farà ritorno la gloria? Affilerò ancora la spada? Mi troveranno ancora erto e fermo?

Spunta un sole cremisi tra le nuvole: sangue dal cielo, luce per occhi ciechi.
Attorno a me solo vento e qualche nube; blocchi neri mi avvolgono impedendo agli sguardi di farsi intrusi.
Tocco la terra e la sento gravida, ansimante, avvelenata.
Erutterà presto… siero incendiario e coltre di fumo, un’ode al silenzio.
Attendo le risa e il rumore perché arrivino, crescano e si faccian trucidare.

Mi son fatto uccidere e ora mi tocca rinascere: esule e ramingo aspetto una nave, vele nere e un orso sulla polena, con cui tornare.