...NEVER GIVE UP, NEVER GIVE IN...

mercoledì 6 ottobre 2010

Quell'anima lontana

Una piazza gremita, la folla arringa e vocifera.
Mi guardo intorno tra passanti, rigattieri, venditori del niente e allibratori.
Gente che passa, dame che sfilano, vite che annaspano.
Lo sguardo volteggia e non trova compare alcuno a cui porgere un saluto; io fra questa gente non trovo fedeli, nemici o possibili interlocutori.
Mi chiedo se sia io il problema, perché queste anime s’accozzano senza darmi segno d’intesa? Fuggo lontano, laddove i miei pensieri prendono forma, voce e colore; da solo all’ombra di un pino compongo canzoni, aspettando che una di esse mi dica che fare.
Le querce, le fiere e le nubi mi ascoltano, impazziscono di vita nello scenario che tra la testa mia ed il cuore prende forma.
Ad un tratto il lampo.
Appoggio liuto e mantello su di una roccia, mi reco ai piedi dell’abete più alto ed inizio la scalata.
Un’ascesa verso il cielo, una mano davanti all’altra, ramo per ramo…il cielo si fa vicino.
Giunto sulla punta scruto l’orizzonte e, mentre i monti a nord sembrano spingermi benevoli a voltarmi, una brezza leggera obbliga il mio sguardo a girarsi.
La pianura è immensa, colorata e senza confine alcuno; qua e la macchie rosso mattone indicano villaggi, strade grigie e vitrei canali contornano i campi all’infinito.
La giornata è limpida e lo sguardo coglie terre lontane, lande profonde si uniscono col cielo in un miraggio di colori.
Da la, da sud, un vento caldo e benevolo mi porta gli odori di luoghi sconfinati; come una mano morbida e delicata mi accarezza le gote, mi bacia il naso.
Un sussulto rapido e artigli frenetici nella carne del cuore…il fiato mi viene a mancare.
È lei, la sento, riconosco il suo richiamo: quell’anima lontana mi sta chiedendo d’ascoltarla.
Ed io emozionato porgo l’orecchio a quel canto; c’è davvero un’essenza mia simile, una compagna di viaggio, da qualche parte la infondo!
Lidi diversi, luoghi in antitesi…scenari opposti hanno partorito due forze che si attraggono, si comprendono e, forse, completano.
L’idillio è breve, funesto e rinfrescante….mal digerisco il distacco, ben contento ne aspetto il ritorno.
Salgo spesso sull’abete incantato ad aspettare il tocco di quel vento; a volte tarda, altre non si fa vivo, ma quando appare, portando con se la gioia di mille stelle in festa, mi investe come l’onda sugli scogli, e come quell’acqua la mia anima spuma accogliendone l’urto.
È così, che fra la gente a me assai vicina scorgo solo animi lontani ed indifferenti, mentre all’altro capo del cielo, qualcuno inventa parole da porgermi come ancora di salvezza.